A noi donne capita spesso di voler cambiare stile, partendo dai capelli: dare un taglio radicale, certo, ma anche una smossa al colore, cambiando completamente nuance ma anche scegliendo di fare colpi di sole o di luce, o semplicemente giocando su varie sfumature dello stesso colore.
E le possibilità non mancano certo, anche se per le meno esperte le varie tecniche possono sembrare tutte simili.
E voi conoscete la differenza tra shatush, balayage e degradè?
Tutte sono delle tecniche di decolorazione dei capelli, ovvero vanno schiariti i capelli di alcune tonalità nelle lunghezze e nelle punte, ma è l’effetto finale a fare la differenza.
Lo shatush, nello specifico, non tocca le radici ma lavora esclusivamente sulle lunghezze e le punte, riuscendo a schiarire la chioma anche di tre tonalità rispetto al colore naturale. Per quanto riguarda la tecnica, con lo shatush si cotonano i capelli, e poi con un pennello si passa all’applicazione del prodotto schiarente.
Nel balayage, invece, la chioma viene suddivisa in cinque maxi ciocche sulle quali viene applicato il decolorante
attraverso un pennello: il risultato è così molto più naturale e meno aggressivo. Senza contare che, mentre lo shatush predilige le chiome lunghe e fluenti, il balayage è adatto proprio a tutte.
Il degradé permette di replicare l’effetto del riflesso del sole sulla chioma conservandone la naturale lucentezza e lasciando i capelli morbidi e brillanti ed è la tecnica più complessa delle tre.
Bisogna infatti selezionare le ciocche di capelli da colorare in base al loro spessore. La testa viene così suddivisa in 6 rettangoli, all’interno dei quali vengono utilizzate percentuali diverse di colorante, a seconda del risultato desiderato.
Grazie al Degradé è possibile schiarire, scurire, tonalizzare, ristrutturare e coprire i capelli bianchi, tutto in un unico step.